Pochi giorni dopo la mia discussione della tesi una docente della commissione mi ha detto: "Comunque nella tua scuola io non lo manderei mai mio figlio, ho troppa paura."
Ecco la paura del genitore che inconsciamente si ripercuoterà nella vita del/della bambinə, una paura incontrollata che non farà altro che portare la piccola persona ad essere sempre all'erta nei confronti di ciò che l'adulto reputa "pericoloso".
Il "pericolo" nella mia visione è un qualcosa di estremamente educativo, lasciare la piccola persona la capacità e la facoltà di superare il "pericolo".
Abbiamo la concezione del "pericolo" sempre come qualcosa da eliminare, eppure molte volte è nelle nostre circostanze di "pericolo" che diamo il meglio di noi, che riusciamo a trovare diversi punti di vista e diverse chiavi di lettura che prima non riuscivamo, riusciamo ad andare oltre il "pericolo", riusciamo ad escogitare piani e soluzioni per andare avanti.
Qui il "pericolo" è inteso come rischio, come un qualcosa che non aggrava la persona ma che la può aiutare, all'interno di situazioni protette.
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